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Durante il mio quarto anno di liceo, una mia amica mi presentò un ragazzo un anno più grande di me. Si mostrò molto maturo, si guadagnava da vivere da solo lavorando nell’azienda di famiglia e già dal primo incontro notai che fumava molto, sia sigarette che erba. Insisteva sul fatto che dovessi provare anche io, visto che non lo avevo mai fatto e al nostro terzo incontro tirai il mio primo tiro di canna, avevo 17 anni, era considerato normale a quell’età. Dopo pochissimo ci siamo messi insieme e iniziai a fumare anch’io regolarmente. Con un suo amico con cui usciva spesso, quando stavamo insieme da poco, provò per la prima volta la cocaina e me lo raccontò subito; io non sapevo come prenderla, non conoscevo nulla riguardo le droghe e mi fidavo di quello che mi diceva lui, cioè che era molto diffusa, che tutti la provavano prima o poi. Non successe più per qualche mese e pensai che fosse un episodio isolato, ma cominciavo a notare che fumare erba costantemente aveva un effetto suo umore, tuttavia non gli davo troppo peso, pensavo fosse dovuto ai problemi che aveva in famiglia. Verso la fine dell’anno con lo stesso amico riprovò di nuovo la cocaina, più volte, mi disse che voleva che ci fossi io con lui perché in quei momenti era molto eccitato, io continuavo a dirgli che non ero d’accordo, che la cosa mi preoccupava e che non volevo che lo facesse, ma non mi ascoltava, perciò passammo il capodanno solo io lui e il suo amico, per fare in modo che entrambi potessero farlo con tranquillità. Durante la serata mi portava continuamente in bagno perché voleva fare sesso con me mentre era sotto effetto, io ero spaesata, ma lo lasciai fare. Più tardi quella stessa sera provai la cocaina anche io per la prima volta, non mi costrinse in nessun modo a farlo. Per circa sei mesi non successe più, ma il nostro rapporto stava cambiando: lui si arrabbiava spesso, e io cominciavo a voler fare sesso con lui sempre di meno, in quel momento non me ne rendevo neanche conto, pensavo fosse normale dopo un anno di relazione, provavo in tutti i modi a non dare peso a quell’evento.
Con l’arrivo dell’estate ricominciò a farsi di cocaina più volte, non regolarmente, e qualche volta lo feci anche io. Mi spiegava che era una droga molto leggera, che non dà dipendenza fisica e che lo fanno molte più persone di quanto non si pensi. Mi fece conoscere molti suoi amici che lo facevano, e ai miei occhi erano tutte persone tranquille. Io non sapevo nulla di quella droga prima di conoscerlo, mi abituai all’idea che era tutto molto diverso da come ce lo raccontano e che alla fine non era poi così diverso dal farsi una canna. Nel frattempo cominciava sempre più spesso ad avere degli attacchi di rabbia: urlava, mi diceva cose orribili, dava pugni alle pareti, mi diceva che dovevo stare zitta e andarmene, non appena andavo via mi chiamava chiedendomi di tornare, e mi rimproverava di averlo lasciato da solo, di non essere stata in grado di calmarlo, poi mi chiedeva scusa. Dopo due anni ha cominciato a frequentare un altro ragazzo, anche lui si drogava di cocaina e di crack, hanno cominciato a vedersi molto spesso e tante volte uscivamo tutti e tre insieme. Dopo poco tempo cominciò a farsi anche lui di crack, all’inizio saltuariamente, poi anche più volte in una settimana, spariva tutta la notte, non sapevo mai dove fosse né a che ora tornasse a casa,mi mentiva anche a riguardo. Quando uscivo con loro ogni tanto mi drogavo di cocaina anche io, ogni volta sentendomi in colpa, senza neanche sapere il perché.
Dopo tre anni di relazione ci siamo lasciati. Mi ha accusata di aver rovinato la sua vita, di essere stata sempre un peso e di essermi fatta venire problemi impossibili riguardo la nostra vita sessuale. Io smisi di drogarmi di cocaina prima di lasciarci, adesso ho anche smesso di fumare. Per qualche tempo ho tenuto tutta questa storia per me, ero convinta che non avrei mai potuto dire a nessuno quello che avevo fatto, sentivo di aver compiuto un danno irreparabile e che me lo sarei per sempre portato dietro. Dopo qualche mese riuscii a dirlo a mia madre e a mia sorella. Entrambe mi dissero che erano estremamente dispiaciute di non essermi state accanto fino a quel momento, e che non potevano immaginare che fosse successo tutto questo. Dal quel momento in poi ho cominciato a raccontare questa storia ai miei amici, ognuno mi ha dato un supporto diverso, non mi sono mai sentita giudicata o attaccata da nessuno. Per molto tempo sono stata arrabbiata con lui, per non aver mai ricevuto delle scuse da parte sua, per essermi sentita sola al punto da impazzire. Ma ora, dopo più di un anno, devo dire di sentirmi molto fortunata. Nonostante tutto sono riuscita ad uscire da tutta questa storia, a parlarne senza più provare vergogna, cosa che ritenevo impossibile. Dopo tutto ciò ero convinta che non sarei mai riuscita a sbloccarmi più con nessuno, che non avrei mai potuto sentirmi sicura sia da un punto di vista sentimentale che sessuale. Al contrario, da quasi un anno, ho accanto una persona che non mi fa sentire a disagio in nessun modo e ascolta sempre anche ogni mio minuscolo e insignificante problema. In questo periodo ho imparato molto più su me stessa di quanto non avessi mai fatto. Sono sicura che la mia esperienza non sia unica, e che ci sono tante persone che hanno vissuto situazioni simili o peggiori, soprattutto perché purtroppo non sono argomenti facilmente trattabili.