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Era una giornata di prima estate quando decisi di andare a prendere lezioni private da una persona, un conoscente, per poter superare l’esame della mia futura facoltà. Entrai in casa sua, eravamo soli. Passati i primi momenti a parlare del più e del meno, iniziammo a studiare. Dopo circa una ventina di minuti mi chiese di fare una pausa ed io acconsentii. Iniziò a farmi domande sulla mia vita privata e personale, per poi affermare che era da tanto che lui non faceva sesso. Mi irrigidii, non sapevo che dire. Iniziò ad affermare che mi trovava attraente e che gli sarebbe piaciuto avere un rapporto con me “senza impegno”. Sorrisi nervosamente, titubante: mi aveva colto impreparata. Sentivo il cuore pulsare e pensai al ragazzo che stavo frequentando in quel periodo. Gli dissi che non mi sembrava proprio il caso, che mi stavo già sentendo con un altro.Ora farò fatica a raccontare nel dettaglio cosa successe, perché ancora mi fa male. E mi fa male ancora di più sapere di averlo realizzato, a livello conscio, dopo anni.
Da quel momento iniziò ad avvicinarsi e a insistere in modo pesante su quello che voleva farmi, finché non mi mise la lingua in bocca. Mi sono bloccata. Ero atleta esperta di arti marziali da anni e non ho fatto nulla. Niente. Non ho fiatato. Successe talmente in fretta che non realizzai neanche, fino ad un breve momento di lucidità, in cui mi alzai di scatto, presi le mie cose e mi avvicinai alla porta per uscire. Sentii la sua mano prendere il mio polso con fermezza e il suo corpo accantonarmi alla mia via d’uscita, sussurrandomi all’orecchio “dai tanto ormai…”.È stato orribile, ero sua. Il mio #corpo non mi apparteneva più e non riuscivo a scappare. Volevo piangere ma non ero in grado neanche di fare quello. Eseguii tutto, come una bambola di pezza. Sento ancora le sue mani palparmi ovunque, lo percepisco ancora entrare dentro di me, prendermi la testa e spingerla verso il basso, senza avvisarmi. Mi ricordo di essere corsa in bagno a sputare. Mi ricordo l’estremo imbarazzo, gli chiesi pure se ero stata brava, che stupida eh?“Avevi paura” mi dice la psichiatra. “Tutto questo ti ha salvata”. Tremavo e non riuscivo a guidare. Ci ho messo un’ora almeno per tornare a casa e quando entrai mia madre capì subito che cosa fosse successo.
“Sono stata io mamma, sono stata io a provocarlo”/”è colpa mia”/”se non l’avessi voluto davvero sarei scappata”. E cosi per anni raccontai a tutti i miei amici che ero stata io a “farmi quel ragazzo”. Ma non era così, non lo era mai stato. E il mio inconscio lo sapeva, tanto da indurmi a costanti pensieri suicidi, attacchi di panico, apatia, autolesionismo, per poi vedere una diagnosi da disturbo borderline di personalità comparire sul mio referto medico. Non voglio dire che questo sia stato l’unico evento a provocarmi la malattia mentale, la mia vita è stata costellata da bullismo e violenza psicologica per tutta la scuola, ma sono certa che questo evento sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. L’ho realizzato a livello conscio poco tempo fa, quando mi capitò sotto mano la definizione di stupro, inclusiva di coercizione. Scoppiai aa piangere, tutti i ricordi repressi in quegli anni riaffiorarono nella mia testa come tsunami. Attacchi di ansia e depressione, panico, insonnia cronica, tagli sul braccio, flashback, incubi in cui lo vedevo violentarmi.Chiamai piangendo la mia migliore amica e singhiozzando le dissi “ora ti capisco, scusa se non allora non ho fatto abbastanza.”
Dopo un breve silenzio, lei mi rispose “tu mi hai creduta, tu ci sei stata. E mi hai salvato la vita”
Ho le lacrime a scrivere tutto questo, non voglio tenerla troppo lunga ma sappiate che lo stupro non è solo l’uomo incappucciato nella strada col coltello: è un insegnante, è un tutor, è un capo, è un fidanzato abusivo, è un parente, è un allenatore, è un “gruppo di amici”. Qualunque persona vada oltre al vostro “no” sia esso manifestato verbalmente o gestualmente. Qualsiasi persona vi manipola per ottenere una prestazione sessuale, qualsiasi persona vi faccia sentire in dovere di far
lo, come foste bambole gonfiabili. Qualsiasi persona si approfitta della vostra debolezza mentale per mettervi le mani addosso. Qualsiasi ricatto, verbale od emotivo. Vorrei che i media, i giornali e la gente smettessero di veicolare il messaggio secondo cui lo stupro è qualcosa di necessariamente fisicamente violento. Certi stupri non hanno DNA, non hanno lividi, non hanno sangue, non hanno video, non hanno prove. E, giuridicamente parlando, sono quelli più frequenti e indenunciabili, quelli per cui non ti crede nessuno, ma i cui segni li porti scolpiti nell’anima, per sempre.
Il ragazzo che mi ha violentata sarà pure uno stronzo infame, ma devo riconoscerglielo: ha compiuto il cosiddetto “stupro perfetto”. Ed io non potrò mai denunciare.