Sono precaria da mesi, per guadagnarmi da vivere e pagarmi le bollette, accetto un lavoro noioso, ma che mi permette comunque di avere anche del tempo per me. È diventato la mia prigione. Lavoro per un sindacato che calpesta paradossalmente i miei diritti. Il capo è insopportabile: non rispetta nessun mio orario, spazio, bisogno. Chiama e scrive a qualsiasi orario del giorno o della notte, nei weekend, festivi: per lui sono sempre reperibile, anche in ferie, nonostante abbia più volte specificato che è un mio diritto avere riposi, soprattutto se sono libera professionista, da remoto, e so gestire il lavoro come voglio. E invece no: se dico che ho un impegno, mi chiama esattamente mentre sono impegnata, mi fa questioni su quello che pubblico sui social personali, su quante volte vada dal medico, dicendomi che sto sempre male e costringendomi a nascondergli che vado in terapia per sopportare tutto ciò. Il culmine lo raggiunge quando, pur sapendo che ero in un momento molto delicato per la fine di una dolorosa relazione, un lunedì mi chiama durante la pausa pranzo, mi sente tossire per puro caso (lavoravo con la febbre) e fa: “Certo che te stai sempre male…. Non ti offendere eh, ma ho notato che quando sei fidanzata e scopi stai bene, quando sei sola stai peggio. Come funziona, se non eiaculi stai male?”. Sto cercando da mesi di scappare, ogni giorno che passa sto peggio.