Vorrei stare a scrivere tutto ciò che mi è capitato nella vita per continuare a riempire queste testimonianze e portare avanti una battaglia che sembra quasi persa ma racconterò solo di quando ho avuto davvero paura e ho iniziato a modificare i miei comportamenti per non trovarmi mai più nella stessa situazione.
Avrò avuto 18/19 anni (o forse poco meno) e facevo serata abitualmente con un gruppo numeroso di amici, e spesso ci fermavamo a dormire nella sede della nostra associazione, un po’ per evitare di spostarci quando si esagerava con l’alcool un po’ per continuare a stare assieme. Una sera mi fermai un po’ per la serata e un po’ perché non riuscì a trivare un passaggio di rientro, sarei rimasta per la notte da sola ma un’amico (disci anni in più, molto altro e massiccio) mi disse che se volevo poteva fermarsi con me così non ero sola. Ci conoscevamo da tanti anni e non mi era minimamente passato per la testa che potesse anche solo lontanamente insistere su un no. Ci mettemmo a guardare un film e chiaccherare di tante cose su due poltrone separate, iniziò a farmi battute di cattivo gusto che la prima mi fece anche ridere, poi iniziò a diventare strano e fuori luogo, le buttava giù a caso inserendole nelle conversazioni come se niente fosse. Iniziò a farmi domande in terza persona come se ipoteticamente io dovessi fare sesso con lui, iniziai a essere completamente a disagio e a capire che non mi potevo fidare ma quel luogo è ancora oggi un posto dove le persone che intaccano la Libertà altrui vengono cacciate, non poteva permettersi di spingersi troppo oltre, quindi iniziò a sedersi sulla spallina della poltrona e ad abbracciarmi, io non sapevo cosa fare, volevo andarmene ma ero lontana da casa e non me la sentivo di chiamare qualcuno, mi sono bloccata e ho iniziato solo a rispondere scazzata nella speranza che la smettesse, mi appoggio il pacco sul braccio e io scattai in piedi, gli dissi che volevo dormire e che sarei andata sul divano, mi disse che era il momento e mi chiese un’abbraccio, gli e lo diedi ma durò in eterno, era stretto, troppo stretto e continuava comunque a dirmi cose che non ricordo esattamente, ricordo di avere avuto molta paura e che nonostante lui l’avesse percepito voleva arrivarci in fondo, presi forza e lo allontanai con determinazione ma in modo educato, l’idea che potesse farmi del male era diventata più reale di ciò che volevo credere. Non successe niente alla fine e io non chiusci occhio per paura che potesse anche solo alzarsi e venire sul mio divano ma continuò a parlarmi finché non feci finta di addormentarmi. Il mattino dopo esausta e spaventata contattai un’amico che ai tempi era uno dei miei più cari amici, ci raccontavamo tutto e gli chiesi di parlare e di certo non potevo aspettarmi che raccontandogli questa storia lui mi disse “secondo me hai frainteso, non c’è lo vedo a fare una roba simile” . Io gelai, insistei, gli raccontai tutto quanto e lui continuava a dirmi che se non era successo è perché non sarebbe successo. Pensai che un’uomo a questo punto non potesse capire e lo dissi ad amiche perché avevo assolutamente bisogno che qualcuno credesse a ciò che avevo da raccontare, che se mai questa persona ci avesse riprovato io potessi chiamare qualcuno che prendesse seriamente la cosa, ma non trovai nessuno che credesse a tutto questo. Mi sono sentita sola e sbagliata, l’unico motivo per cui seppi distinguere che non ero io l’errore fu che da quel giorno in poi lui iniziò a presentarsi sempre meno e non mi rivolse più parola fino a l’anno scorso. Sono passati 10 anni e il risultato che ha avuto su di me il suo comportamento è un infinita serie di decisioni sbagliate e la perdita completa di fiducia nei confronti delle persone, io ora fingo che non sia mai accaduto perché non voglio essere debole e non voglio dovrer provare a convincere qualcuno che questo sia avvenuto davvero, soprattutto perché la mia decisione ora è quella di fingere che lui sia un amico. Sono forse altre le esperienze che ho passato nei confronti degli uomini che possono far vomitare e irrigidire ma questa è quella che mi ha cambiata in modo radicale, che mi ha portato a capire che quando succede (perché continua a succedere) non ci sarà nessuno ad aiutarti, la tua parola da donna varrà meno della visibilità di un’uomo con la faccia simpatica.